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Lazio: approvata la
legge sull'accreditamento delle strutture sanitarie
Il Consiglio regionale del Lazio
ha approvato all'unanimità la legge contenente "norme in materia di
autorizzazione alla realizzazione di strutture e all'esercizio di attività
sanitarie e socio-sanitarie di accreditamento istituzionale e di accordi
contrattuali".
Si tratta di un provvedimento a tutela del
servizio sanitario pubblico e a garanzia dei livelli qualitativi delle
prestazioni pubbliche e private. Il testo stabilisce precise disposizioni al
fine del rilascio delle autorizzazioni sia per la realizzazione di nuove
strutture, sia per l'esercizio di attività sanitarie e socio-sanitarie da
parte di soggetti pubblici e privati. Detta, in altre parole, le procedure per
il rilascio dell'accreditamento istituzionale delle strutture autorizzate,
pubbliche o private.
La Regione e le aziende unità sanitarie locali dovranno definire tramite
accordi con i soggetti accreditati pubblici ed equiparati e tramite contratti
con soggetti privati accreditati, la tipologia, la quantità e le
caratteristiche delle prestazioni erogabile agli utenti del servizio sanitario
regionale, la relativa remunerazione a carico del servizio sanitario
regionale nell'ambito di livelli di spesa determinati
in corrispondenza alle scelte della programmazione regionale, le procedure per
il controllo esterno sull'appropriatezza e la qualità dell'assistenza prestata
e delle prestazioni rese.
Sarà compito della Giunta regionale approvare il regolamento attuativo
che, secondo quanto ribadito dall'assessore Saraceni, prevedrà 9 metri quadri
a posto letto, un massimo di pazienti ospitati nelle stanze di degenza,un
numero di prestazioni al di sotto del quale le strutture
saranno ritenute insicure e la pianta organica per garantire
l'efficacia dei servizi erogati e la sicurezza dei pazienti.
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Nasce la
AMAMI, per i medici accusati ingiustamente |
Quanti sono i giudizi penali e
civili che vedono sul banco degli imputati medici accusati di non assolvere ai
loro doveri professionali riassumibili nel dettato etico di Esculapio? Molti.
Quante sono però le sentenze definitive di condanne che seguono questi
procedimenti? Molto poche. Nasce da questa la premessa di fondo la Amami,
Associazione per i medici accusati di malpractice ingiustamente, associazione
senza scopo di lucro fondata da medici e avvocati, con sede nazionale a Roma.
La notizia della nascita
dell'Amami è stata annunciata in una nota dal suo presidente, Maurizio
Maggiorotti, che ha sottolineato come l'associazione "vuole perciò
rappresentare una associazione di tutela e sostegno per tutti quei medici che
hanno visto accogliere le loro ragioni in sede di giudizio e che quindi,
intendono rivendicare un risarcimento per i danni subiti da un'accusa
rivelatasi poi nel dibattimento processuale ingiusta e infondata".
L'Amami "intende dunque offrire -
spiega ancora Maggiorotti - attraverso un team di propri associati, sia un
iniziale parere tecnico-giuridico sull'opportunità di intraprendere eventuali
azioni giudiziarie risarcitorie, sia un eventuale successivo sostegno legale
per tutti quei medici che, assolti o scagionati da un provvedimento
giudiziario avviato da un paziente e rivelatosi infondato, ritengano di aver
subito a causa di ciò un danno alla loro sfera etica, umana, professionale e
patrimoniale".
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Inchiesta dei carabinieri sui
falsi dentisti: 31 indagati
Dieci studi di odontotecnici in
provincia di Cuneo sono stati messi sotto sequestro dai carabinieri del
Comando provinciale, nell'ambito di un'inchiesta volta a contrastare il
fenomeno dei falsi dentisti.
I militari hanno colto sul fatto odontotecnici impegnati in interventi sul
cliente, operazione che può fare solo un medico dentista. Diciassette
odontotecnici sono stati denunciati per l' esercizio abusivo della professione
dentistica (articolo 348, che prevede sanzioni fino a un massimo di sei mesi
di reclusione). A 14 medici dentisti è stato invece contestato il concorso
nella stessa violazione, perché presenti mentre gli odontotecnici lavoravano.
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Prima costituzione di ANDI
Roma come parte civile: condannato un abusivo
Nell'ambito della scorsa assemblea
provinciale è stata deliberata l'autorizzazione al Presidente provinciale di
costituirsi parte civile in un processo per esercizio abusivo
dell'odontoiatria.
Nel corso del processo l'Andi aveva chiesto la modifica
del capo di imputazione per addebitare anche il reato di lesioni personali:
richiesta non accolta perché tale reato era già stato valutato e archiviato in
fase di indagine.
Il giudice ha, comunque, condannato l'imputato per violazione dell'art. 348
c.p. (esercizio abusivo) a cinque mesi di reclusione (quasi
il massimo della pena prevista, sei mesi), senza
sospensione della pena e al pagamento di un risarcimento all'Andi Roma nella
misura di euro 4.800,00, tutti liquidati in via
provvisionale (immediatamente esecutiva).
Un prossimo giudizio, per caso analogo, si dovrebbe
svolgere nel mese di Aprile.
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Accademia della Crusca: i
medici parlino italiano
Mai usare parole semplici per
descrivere il corpo umano o le sue malattie. Questo il principio guida di una
sindrome che colpisce la maggior parte dei medici italiani.
«Il "medichese" è diffuso in tutta la Penisola, e anzi negli ultimi anni va
peggiorando, per colpa della moda degli anglismi.
Buster (richiamo del vaccino),
follow-up (controllo) e
border-line (ai limiti del
normale) parole sono perfettamente traducibili, ma nessuno si preoccupa di
farlo. Tanto che, fra vocaboli inglesi oscuri e termini medici
incomprensibili, spesso i pazienti finiscono per allarmarsi inutilmente». A
tirare le orecchie ai colleghi è Italo Farnetani, pediatra dell'Universitá di
Milano, in una relazione al Convegno organizzato dall'Accademia della Crusca
sul "linguaggio delle scienze".
«I nostri pazienti - ricorda Farnetani con un sorriso - non respirano,
ma svolgono le loro funzioni respiratorie. Non sono rivestiti di pelle, ma di
un apparato tegumentario. Non mangiano, ma si alimentano. Non sono confusi, ma
semmai hanno un sensorio obnubilato con una riduzione del livello di
attenzione. E poi non camminano, ma deambulano. E spesso offrono di "fantasmi
di malattie": 'convulsioni febbrilì, che portano subito a pensare
all'epilessia, focolai di bronchite, che richiamano la Tbc, linfonodi
ingrossati, che subito scatenano l'ansia di leucemie».
Insomma, basterebbe utilizzare parole semplici, per evitare mille inutili
preoccupazioni. «A partire dai risultati degli esami diagnostici. Un povero
paziente tenta di capire in base alla logica, quale sia il suo problema e
legge un perentorio 'risultato negativò che - sottolinea Farnetani -
porterebbe il senso comune a capire che ci sia qualcosa che non va. E invece
no. In 'medichesè significa che l'esame è buono. Eppure basterebbe scrivere
risultato normale per eliminare ogni dubbio».
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Laser
odontoiatrico? Sì, ma... |
Una grande azienda
italiana è stata recentemente incriminata per pubblicità ingannevole a
proposito di un suo apparecchio laser per uso odontoiatrico. Nel suo
messaggio, diffuso all'Expodental del 1999, l'azienda affermava che con il suo
laser: 1) non c'è mai bisogno di anestesia; 2) i trattamenti sui tessuti molli
avvengono con una completa emostasi; 3) è possibile effettuare la scopertura
di impianti.
Per dirimere la questione, è stato chiesto il parere dell'Istituto Superiore
di Sanità che ha chiarito che: l'uso dell'anestetico non è escludibile a
priori, visti i molti fattori coinvolti nello scatenamento del dolore e "pertanto,
il ricorso all'anestesia non rappresenta un caso eccezionale
(...) Tale erronea indicazione deve essere ritenuta particolarmente
grave in quanto afferente ad una qualità cruciale in una apparecchiatura per
dentisti.";
l'effetto emostattico è valido per vasi di diametro inferiore a 0,5 mm; la
scopertura degli impianti è un'utilizzazione reale, a patto che l'operatore
sia debitamente esperto.
L'azienda ha dovuto interrompere la diffusione del messaggio pubblicitario.
Chi volesse leggere l'intero provvedimento, può cliccare
qui.
In seguito alla
pubblicazione di questa notizia, l'azienda ha comunicato che da circa 2 anni
non commercializza più questo tipo di laser (N.d.W.)
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Notizie ENPAM |
Ricordiamo che
fino al 7 Febbraio è possibile fare richiesta per ottenere agevolazioni ai
fini del riscatto degli anni di Laurea per gli Odontoiatri. I moduli sono
scaricabili dal sito
Enpam
È possibile richiedere gratuitamente il calcolo
dei contributi da pagare e la loro rateizzazione; l'ammontare dei pagamenti è
interamente detraibile dall'imponibile nella dichiarazione dei redditi.
È stato prorogato
a fine Febbraio il termine per il condono dei contributi non pagati. Sono
stati inoltre inviate oltre 13000 cartelle esattoriali per invitare medici e
odontoiatri a mettersi in regola.
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Nuovo stop
alle medicine non convenzionali |
Il 24 ottobre
scorso la Regione Piemonte aveva autonomamente istituito un Registro per gli
operatori di medicine non convenzionali, quali: ayurvedica, osteopatia,
chiropratica, agopuntura, omeopatia, ecc. A questo registro sovrintendeva una
apposita Commissione, che aveva anche il compito di promuovere corsi di
formazione.
Il 29 gennaio scorso il Governo ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale
questa delibera, perché "La
Regione non può disciplinare figure professionali non ancora contemplate dallo
Stato".
Si attende la
decisone dei Giudici.
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Ricorsi dei
pazienti odontoiatrici |
Secondo i dati del
Tribunale del Malato, l'Odontoiatria si pone al quinto posto nella classifica
del 2002 delle segnalazioni (non cause iniziate o passate in giudicato) di
errori diagnostici e terapeutici con il 5,4%, dopo ortopedia (17,9%),
oncologia (13,4%), ostetricia-ginecologia (12,6%), e chirurgia generale
(11,9%).
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Il telefonino
in auto riduce la vista |
Una ricerca
dell’Università dello Utah rilancia l’allarme: vivavoce e auricolare non
aiutano. Parlare al cellulare in auto riduce la vista di un quinto.
Guidare parlando al cellulare è come vedere attraverso un velo, con la
visibilità - e quindi la prontezza di riflessi - ridotta del 20%. Utilizzando
un simulatore di guida, i ricercatori d’Oltreoceano hanno sottoposto venti
automobilisti a una serie di «viaggi» virtuali per analizzare il loro stile di
marcia e i loro tempi di reazione, sia in condizioni di normalità sia davanti
a ostacoli o pericoli improvvisi.
Durante i lunghi tratti al volante del simulatore, gli automobilisti hanno
potuto utilizzare i telefonini servendosi delle cuffie o del sistema di viva
voce. E ogni loro respiro è stato monitorato dagli scienziati. Che alla fine
hanno emesso una sorta di sentenza di condanna: parlare al telefono guidando,
sia pure con gli accessori che lasciano libere le mani, crea quella che loro
chiamano «inattention blindness», cecità da disattenzione.
Di più: avere le mani libere parlando al telefono può dare a chi guida
l’impressione di un falso senso di sicurezza e indurlo quindi ad abbassare il
livello di guardia.
Prestare attenzione a un interlocutore telefonico, insomma, vuol dire
toglierla al proprio campo visivo, soprattutto a quello «periferico», cioè ai
margini della visione che gli occhi riescono a catturare.
Uno dei test dello studio ha stabilito che i chiacchieroni telefonici non
vedono il 50% dei cartelloni stradali che sfrecciano sotto i loro occhi.
Lo studio universitario sarà pubblicato a marzo su una rivista scientifica
americana che si chiama «Giornale di psicologia sperimentale applicata» e che
fa capo all’Associazione degli psicologi statunitensi».
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