In questa sezione troverete vari interventi di Colleghi
sulle varie discipline del mondo odontoiatrico.
Tutti possono inviare i loro contributi al
Webmaster.
Rendiamo grande questo sito!!!

Iniziamo con un
appello rivolto al
Ministro della Sanità riguardo un argomento che ci coinvolge tutti: l'amalgama. Il
materiale più comunemente usato in Odontoiatria Conservativa è stato al centro di aspre
polemiche, soprattutto in Paesi del Nord Europa (ma le proteste e richieste di
informazioni vengono da tutto il mondo, basta frequentare un po' i Newsgroup specifici).
Circa 200 dentisti hanno firmato una richiesta di linee-guida da seguire
circa l'uso di questo materiale, onde evitare estremismi opposti che non servono a
nessuno.
Finalmente dal Ministero una risposta è arrivata e
qui pubblichiamo la lettera che ci è giunta.
E il 10-11-2001
il Ministero emana finalmente un
decreto
...
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Obbligo
delle fatture analitiche. Lo dice il Garante.
Il Garante per la Privacy ha comunicato, su
richiesta di uno specialista in Odontostomatologia, il suo parere in materia di fatture
mediche ed odontoiatriche. Le fatture devono essere analitiche con la specifica delle
prestazioni eseguite. Ciò in ossequio alla normativa fiscale vigente. E' cura e dovere
del sanitario farsi firmare un'apposita liberatoria (consenso al trattamento sui dati -
privacy), del resto già obbligatoria
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Medici Senza Frontiere vince il Nobel per
la Pace.
MSF ha vinto il Nobel per la pace. È un nobel all'impegno
di un'organizzazione che ha fatto dell'ingerenza umanitaria la sua bandiera e come tale è
quindi un Nobel per tutte le organizzazioni che seguono questa filosofia operativa.
L'Ordine di Roma ha da tempo intrapreso una collaborazione con MSF. Molte sono però le
iniziative nazionali che si muovono su questa filosofia anche nel mondo odontoiatrico. Si
suggerisce di proporre un'analoga collaborazione. Per il prossimo anno sarebbe possibile
organizzare una giornata delle ONG medico-odontoiatriche.
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La storia del frate dell'Isola
Tiberina, il dentista più famoso di Roma fine Ottocento
Quel
Fra Orsenigo Cavadenti del Papa
di Domenico
Pertica
Tutta Roma con le
guance gonfie per il mal di denti ricorreva alla pinza di Fra Orsenigo
ai "Bonfratelli" dell'Isola Tiberina. Ma più che una pinza
era una tenaglia fatta da quelle manone della potenza di una binda.
"Apri la bocca!" E per incantamento dolore e dente spariti.
Passo passo la fila della via crucis cominciava da Monte Savello per
arrivare sputazzante al Santuario del frate che s'apriva con una porta a
vetri a fianco della chiesa davanti a quella che oggi è la trattoria
della Sora Lella.
Una sala deposito del lamento, vociante come
una trattoria, più che un ambulatorio dentistico. Anch'io, mi ci cavai
un dente, da piccolo, ma il frate non era lui perché morto, bensì, una
sua perfetta clonazione "Apri la bocca!". E giù il dente
cadde in un sacco. Ma chi ricorda il frate del miracolo? 0ggi Fra Marco
Fabello, ammiraglio della Nave di Pietra (il più antico ospedale del
mondo se lo si vuol far risalire al Serpente Esculapeo dell'età dei
Tarquini), dicevo, oggi Fra Marco, che ha bonificato le più intime
stive della nave in perenne rotta sul Tevere per ricavarne gioielli
tecnologici della scienza sanitaria la più avanzata, ha deliberato di
dedicare al frate il nuovo reparto odontoiatrico.
Ma chi era questa leggenda romana
della carità ignorata della "cultura" capitolina senza una
strada, una targa, questo cavadenti caro al popolo come una fotografia
di famiglia? Nella Roma fine secolo, quando si cantavano le arie di
Paolo Tosti, arriva il frate con il cuore di Robin Hood. Si chiama
Giovanni Battista Orsenigo, è nato a Pusiano (Como) nel 1837, ha fatto
la terza elementare ed è figlio di macellaio. All'ordine si presenta
con 39 libri e 12 ferri per denti. Prenderà poi l'abilitazione
all'Università di Roma. Molti personaggi dell'epoca ricorrono alle sue
tenaglie che in alcuni casi sono il pollice e l'indice. Sfilano i denti
sconquassati di Giolitti, di Crispi, di Ruggero Bonghi di Carducci
quando era ospite dell'editore Angiolino Sommaruga in via Due Macelli,
va al Quirinale al dolente richiamo della regal bocca della Regina
Margherita, a Leone XIII senza che se ne accorga, porta via un molare.
Così pure alla divina cantante Adelina Patti.
Quando va in Vaticano per la piorrea di un Monsignore, Pio IX lo vuol
conoscere gli dice che anche lui vorrebbe aver bisogno del suo tocco
fatato ma, che peccato, i denti non ce l'ha più. Poi il frate racconta
al Papa che un giorno prese a schiaffi il direttore di un giornale che
lo aveva definito "il maniscalco dell'Isola". Al che il Mastai?della?Sciarada
replica: "Santo sganassone, figliolo".
Non chiedeva soldi ma, volentieri accettava oboli per i suoi poveri.
Calcolava di aver estirpato due milioni di denti che, conservava e
mostrava compiaciuto in tre enormi casse. Racimolò un consistente
capitale con il quale edificava in Nettuno un sanatorio per i poveri nel
1896, dove sarebbe morta Santa Maria Goretti. Lo trovarono senza vita
nella sua cella il 14 luglio 1904 all'età di 67 anni, con tutti e
trentadue denti in bocca e in attimo stato.
"Mi si son mantenuti" precisava "non essendomeli mai
puliti".
Giggi Huetter, Ceccarius, Pietro Scarpa il Petrai, e tutto il Gotha
della cultura romanista, lascia testimonianza ammirate sul Frate
Cavadenti all'Isola Tiberina. Amilcare Pettinelli in "Ponte
Quattrocapi", così lo ricorda: " ... e io che sento e guardo
de sfuggita / quanno scavarco e sto a li Confratelli / avanti a San
Giovanni Calibbita / passo e aricordo sempre quella porta / de Fra
Orsenigo de li poverelli /: er Cacciadenti auffa de' na vorta".
Quando "auffa" significava gratis.
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